“L’armonia della felicità
La felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò che fai sono in armonia”.
Mahatma Gandhi

La felicità è ed è stato un tema molto dibattuto nei secoli, Galibmerti la definisce uno stato d’animo connesso con la realizzazione di sé, che a sua volta si basa sulla capacità di fruire di ciò che è ottenibile e non desiderare ciò che non è raggiungibile. Nel pensiero freudiano ritroviamo una riflessione sulla dimensione soggettiva della felicità, egli afferma che la felicità sperimentata nella condizione prenatale e nella prima infanzia può essere recuperata solo per brevi istanti successivamente. Da un lato si richiama l’aspetto soggettivo della felicità a prescindere da ricchezze e benessere, dall’altro si afferma un pensiero sociale di felicità, dove Bertrand Russel ambiva alla maggiore felicità possibile per il più alto numero di persone possibile. Sono state fornite varie definizioni di felicità nella storia, tuttavia oggi si può affermare che la felicità sia una dimensione soggettiva, poiché la sua stima è strettamente personale, in cui si fa una valutazione generale della vita riguardante nello specifico la soddisfazione attuale per la propria esistenza.

Secondo lo studioso Veenhoven (2004) gli individui fanno riferimento a due fonti di informazioni principali per arrivare a questa valutazione, da un lato utilizzano il piano emotivo valutando quindi quanto stanno bene in generale e dall’altro utilizzano il livello cognitivo confrontando “la vita in quanto tale” con la propria convinzione di “come la vita dovrebbe essere”. La prima fonte di informazione, quella emotiva, è più importante di quella cognitiva poiché è più immediata ed è quella che ci spinge a soddisfare i nostri bisogni.
Fonte emotiva e cognitiva coincidono sempre? No, non necessariamente questi due registri collimano poiché possiamo sentirci bene (valutazione emotiva) ma non essere soddisfatti degli obiettivi che abbiamo raggiunto (valutazione cognitiva), o viceversa.

Cosa influisce sulla felicità?
Dai vari studi sono emerse delle componenti presenti in società che possono influire sui livelli di felicità della popolazione. La felicità è maggiore nei Paesi caratterizzati da libertà, cittadinanza civile, multiformità etnica e modernità, anche la partecipazione sociale e l’essere inseriti in una rete di relazioni significative influisce positivamente sulla felicità di una persona.
La salute, soprattutto quella psicologica è un fattore determinante per la felicità, inoltre la felicità sembra proteggere dalle malattie (è azzardato affermare che possa anche curarle), spinge le persone ad adottare e mantenere comportamenti salutari, praticare attività fisica, non fumare, non assumere alcolici, seguire una dieta equilibrata, e a costruire reti sociali supportive. Si tratta di processi circolari.

Il paradosso della felicità: i soldi fanno la felicità?
Se è vero che la ricchezza influisce sulla felicità, non è altrettanto vero che all’aumentare della ricchezza e dei beni materiali aumenterà analogamente il livello di felicità. Secondo il paradosso di Easterlin (1974) non esiste alcun legame tra i livelli di crescita economica e la felicità dei membri di una società, poiché gli individui investirebbero troppe risorse per aumentare il consumo di beni materiali sacrificando altri aspetti importanti come la vita familiare e relazionale, andando in fin dei conti a influire negativamente sul benessere soggettivo. È stato inoltre dimostrato che una volta soddisfatti i bisogni di base, per aumentare ulteriormente il benessere soggettivo andranno valorizzati aspetti non economici della vita, ovvero le relazioni sociali e interpersonali.

Felicità interna lorda (FIL)
La felicità interna lorda è un indice di felicità nazionale, nel paese più felice al mondo, il Buthan, questo indicatore ha sostituito per la prima volta al mondo il PIL, poiché è radicata la convinzione che per una vita armonica siano necessari uno sviluppo economico equo e sostenibile, con conseguenti benefici sociali per i cittadini; la conservazione dell’ambiente naturale; la difesa e la promozione dell’identità culturale; un buon governo in grado di garantire ai cittadini stabilità istituzionale e sociale.
Il codice del Buthan, risalente al 1729 recita “se il governo non può creare felicità per la sua gente, non ci sono ragioni che il governo esista”, su questa ideologia si fonda la società di questo Paese.
Nel Buthan, piccolo stato himalayano, povero e con meno di 700.000 abitanti, la felicità è un concetto multidimensionale e comprende un senso di responsabilità nei confronti degli altri, quindi ha un valore differente rispetto a quello che in Occidente si intende per felicità.

I 14 fondamenti per essere felici
Secondo Michael Fordyce, psicologo e pioniere della ricerca empirica sulla felicità, le persone felici si contraddistinguono per 14 caratteristiche, che possono essere apprese da tutti noi:
1. Essere più attivi e tenersi occupati – ci aiuta ad aumentare il nostro senso di benessere, aumentando il senso di autoefficacia e soddisfazione
2. Passare più tempo socializzando – il coinvolgimento sociale aumenta i livelli di felicità
3. Essere più produttivi svolgendo attività significative – impegnarsi in qualcosa ricco di significato per noi stessi ci rende più soddisfatti e più felici
4. Organizzarsi e pianificare – le capacità organizzative ci appagano per il raggiungimento dei risultati quotidiani, mentre la procrastinazione alimenti sentimenti di colpa e inutilità
5. Smettere di preoccuparsi – meno sono i pensieri negativi e più si è felici
6. Ridimensionare aspettative e aspirazioni – conoscere i nostri limiti e le nostre capacità ci aiuta a darci obiettivi realizzabili e quindi più appaganti e soddisfacenti
7. Sviluppare pensieri ottimistici e postivi – come nella profezia che si auto-avvera, quando pensiamo di poter realizzare qualcosa si è più invogliati ad impegnarsi per raggiungere il risultato
8. Stare nel qui ed ora – valorizzare ogni giorno e godere delle opportunità quotidiane stando nel presente incrementa le felicità
9. Lavorare a una sana personalità, accettando, apprezzando e conoscendo noi stessi
10. Sviluppare una personalità socievole – in questo modo aumenteranno le conoscenze e la possibilità di ricevere rimandi positivi che incrementano la nostra autostima
11. Essere se stessi – non dobbiamo piacere a tutti, quindi per instaurare una relazione positiva è importante presentarsi per ciò che si è realmente
12. Eliminare sentimenti negativi e problemi – esprimere i propri pensieri e sentimenti negativi prima che esplodano aiuta ad incrementare la nostra felicità
13. Nutrire i rapporti intimi – la costruzione di relazioni intime richiede tempo e impegno, le persone felici sono attente e responsabili per ciò di cui l’altro ha bisogno e desidera per questo gli dona amore e valore.
14. Valorizza la tua felicità – le persone felici sanno ciò che le rende o meno felici, e seguendo il loro esempio anche noi potremmo diventare felici.

 

Tania Morelli

 

Nata a Trento nel 1990, dopo la laurea in Studi Internazionali ha scelto di modificare il proprio percorso e si è avvicinata alla psicologia. Durante un periodo in cui ha vissuto in Germania si è interessata all’integrazione degli italiani nel Paese, argomento della sua tesi di laurea con la quale si è laureata in Psicologia clinica presso l’Università degli Studi di Torino nel 2017. L’interesse per la giurisprudenza l’ha portata a concludere un Master in Psicologia Giuridica presso l’ITAT di Torino e dal 2019 collabora con il Tribunale di Trento come consulente psicologo. Tania è specializzanda in psicoterapia dinamica integrata presso il Centro Psicologia Dinamica di Padova.

Si è avvicinata al mondo delle dipendenze grazie al tirocinio post lauream ed attualmente lavora presso la Comunità Terapeutica la Casa di Giano.

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