INTRODUZIONE

Il contesto sociale che abbiamo scelto di esaminare è Casa Lamar, una residenza protetta situata a nord di Trento e gestita dal Centro Trentino di Solidarietà ONLUS (CTS), un’organizzazione no-profit italiana. Situata in Via Alto Adige 20, Trento, Casa Lamar è facilmente raggiungibile sia in auto che con i mezzi pubblici.

Questa comunità terapeutica accoglie persone affette da HIV/AIDS e altre patologie croniche debilitanti, che non hanno riferimenti familiari o abitativi. Negli ultimi anni, l’evoluzione del fenomeno sociale e clinico ha trasformato Casa Lamar in una struttura permanente di assistenza e supporto. L’obiettivo principale della residenza è permettere ai pazienti di trascorrere il maggior tempo possibile fuori dall’ambiente ospedaliero, offrendo loro nuove opportunità di crescita relazionale, psicologica e sociale all’interno della struttura. Il fine ultimo è valorizzare il benessere psicofisico di ogni ospite, supportandolo nel raggiungimento del massimo livello di autonomia personale.

Casa Lamar è caratterizzata da un’atmosfera serena e familiare, garantendo ai suoi ospiti un ambiente sicuro e organizzato. Si concentra anche sul mantenimento e sulla promozione di relazioni significative con la comunità esterna e facilita l’integrazione con la comunità locale.

La struttura può accogliere fino a dieci persone, seguite in ogni aspetto della loro vita da un team multidisciplinare composto da un responsabile della casa, un’infermiera presente quotidianamente, operatori socio-sanitari (OSS), un medico direttore sanitario e uno psichiatra disponibile in caso di necessità.

Casa Lamar offre opportunità di volontariato attraverso il Corpo Europeo di Solidarietà (ESC). I volontari partecipano alle attività quotidiane di supporto agli ospiti, all’organizzazione di eventi e alla gestione delle attività ricreative.

Casa Lamar rappresenta un esempio di come l’assistenza sanitaria e il supporto sociale possano integrarsi per offrire un ambiente di cura completo e umano per persone con bisogni specifici, con- tribuendo al loro benessere e alla loro reintegrazione sociale.

ASPETTI METODOLOGICI

Per svolgere la ricerca sul campo nel modo più efficace, abbiamo seguito le metodologie consigliate dal professore Christian Arnoldi e da Antonio Simula, responsabile di Casa Lamar. Per comprendere a fondo la realtà sociale, abbiamo scelto l’osservazione partecipante come metodo di ricerca. Ci siamo immersi nel mondo delle persone che volevamo studiare, interagendo e trascorrendo con loro il tempo necessario per coglierne le diverse specificità.

Abbiamo vissuto momenti differenti della giornata per avere una visione più chiara delle dinamiche, delle caratteristiche delle persone e delle attività coinvolte. Abbiamo partecipato ai pasti, alle attività di gruppo, ad alcune uscite e ai momenti liberi, cercando di adottare molteplici punti di vista e interpretando i ruoli presenti. Sebbene la nostra attenzione principale fosse rivolta agli ospiti, abbiamo considerato anche tutti coloro che gravitano intorno a loro, come operatori e volontari, in quanto parte integrante della realtà osservata.

Uno strumento di analisi fondamentale è stata la nota di campo: una descrizione dettagliata di ciò che accadeva intorno a noi durante le osservazioni. Abbiamo redatto queste note in modo discreto per evitare che le persone si sentissero analizzate. Inoltre, per non influenzare la ricerca, ci siamo presentati agli ospiti come volontari, in accordo con Antonio.

Un altro strumento utile è stata l’intervista. Grazie a essa, abbiamo scoperto come alcuni soggetti percepiscono e raccontano la realtà sociale, catturando la complessità delle loro esperienze. Per favorire un dialogo autentico, abbiamo condotto conversazioni informali, registrandole con il consenso dei partecipanti per poi analizzarle. Non ci è stato possibile utilizzare questo strumento con gli ospiti della struttura, ma lo abbiamo fatto con due persone a loro molto vicine nella vita quotidiana: un operatore e una volontaria.

LE PERSONE DI CASA LAMAR

Gli attori

Come descritto nell’introduzione, Casa Lamar è una struttura protetta che accoglie pazienti affetti da patologie croniche debilitanti. Attorno a questi pazienti ruotano diverse figure professionali e volontarie. Oltre al personale che lavora all’interno della struttura, sono di grande importanza per la vita sociale dei pazienti e della struttura stessa i tirocinanti, i volontari locali e internazionali, i parenti dei pazienti, gli ospiti di altre strutture simili, la comunità e le associazioni locali.

Durante il periodo di ricerca, sono stati identificati nove ospiti, sebbene la capacità della struttura sia di dieci persone. Il gruppo è composto da sei uomini e tre donne dall’età compresa tra i 41 e i 65 anni. Nonostante le loro differenze, questi ospiti condividono condizioni fisiche e psichiche particolari, derivanti da infezioni di AIDS e HIV, altre patologie croniche e dipendenze patologiche.

Il personale di Casa Lamar include diverse figure professionali: il direttore della struttura, gli operatori socio-sanitari, l’infermiera, un medico direttore sanitario, uno psichiatra e gli addetti alle pulizie. Inoltre, la struttura beneficia della presenza di volontari locali e internazionali, oltre a dei tirocinanti. Sebbene i parenti dei pazienti siano pochi il loro ruolo è molto significativo. La vita comunitaria di Casa Lamar è arricchita anche dalla collaborazione con i pazienti e gli operatori di Casa Giano, una struttura terapeutica simile. L’interazione sociale dei pazienti è ulteriormente supportata dai membri della comunità locale e dalle associazioni come gli Scout.

I ruoli e i loro compiti

Come in ogni struttura organizzativa, i membri di Casa Lamar hanno ruoli specifici e compiti diversi. Il ruolo con cui i pazienti interagiscono di più è quello dell’assistente socio sanitario. Questa figura ha molte responsabilità, tutte riassumibili nella parola “accudire”. Svolge infatti tutte le attività necessarie per garantire ai pazienti una vita dignitosa, sia dal punto di vista umano che professionale.

“E niente c’hai da guardare il lato, il lato, vabbè in primis il lato umano e poi dopo chiaramente c’è il lato igienico, sanitario, c’è il lato… c’è comunque anche da mangiare, bere, tenersi, farsi la doccia e controllare quello, controllare la pulizia delle stanze, aiutarli se c’è bisogno…” – “è come avere dei, non dico dei figli ma ben o male è una specie di accudimento in tutto e per tutto perché loro sono comunque soli e dunque, a parte lei (rivolto a una paziente) che ha un po’ di famiglia, sono tutti soli, hanno tutti dei telefoni che non suonano mai, ben o male sei tutto quello che c’è da essere.”  (Intervista ad un operatore socio sanitario).

Un ruolo fondamentale all’interno di Casa Lamar è quello del direttore: dirige la struttura sotto vari aspetti, ma ciò che spicca maggiormente è la sua attenzione alla gestione umana e sociale.

Un altro ruolo importante è quello del volontario, che può essere locale o internazionale. Loro supportano e accompagnano gli assistenti socio sanitari in molte mansioni e offrono costante vicinanza agli ospiti, svolgendo un ruolo cruciale all’interno della casa.

“Cosa sto facendo? Tante cose. La prima cosa e la più importante è essere con i ragazzi e le ragazze, con gli ospiti.”

– “Essere qui significa ascoltare, parlare, mettere un po’ di gioia qui in questo posto, ma anche andare fuori e bere il caffè, andare a fare la visita in castello o Mestre o qualcosa…” – “Sì, vivere con loro, cucinare con loro, mangiare con loro, che è molto importante (hahahaha), e fare gruppo creativo, anche partecipare a gruppo casa con Antonio e gruppo giornalistico… più o meno così…” . (Intervista ad una volontaria internazionale)

Le abitudini dei pazienti

Durante le osservazioni, è emerso che i pazienti seguono una serie di abitudini quotidiane più personali, manifestando rituali che si ripetono regolarmente nel corso della giornata.

La cucina è uno dei luoghi dove questo aspetto è più evidente, poiché ogni azione si è trasformata in un rituale quasi sistematico. È rilevante il ruolo che ciascun ospite assume durante i pasti, poiché ognuno mette in atto una serie di azioni ripetitive e personalizzate con l’obiettivo comune di aiutare l’operatore, talvolta in modo molto preciso.

“o lavo i piatti o mi taglio”

Inoltre, anche la disposizione dei posti a sedere è diventata un’abitudine consolidata. È raro trovare un ospite seduto in un posto diverso dal suo abituale, sia durante i pasti che, in alcuni casi, durante le attività.

“Durante la colazione ognuno era nel posto in cui si siede solitamente”  (Nota di campo)

“Essendo di più hanno dovuto spostare i tavoli rendendoli da sei posti. Alcuni ospiti si sono trovati destabilizzati e si guardavano intorno confusi”  (Nota di campo)

Un’altra abitudine dei pazienti, o forse sarebbe meglio definirla dipendenza, è senz’altro quella del fumo. Per la maggior parte degli ospiti, fumare rappresenta un momento significativo, principalmente durante le pause che avvengono sui balconi della struttura. In alcuni casi, è stato necessario pianificare questi momenti per evitare un eccesso di consumo di tabacco.

“Finita la merenda al buio siamo entrati nello stesso modo dell’entrata e siamo usciti sotto dei gazebi dove pratica- mente tutti gli ospiti si sono messi a fumare.”  (Nota di campo)

“L’ospite che l’altra volta non c’era fumava con la sigaretta elettronica, tutti gli altri quelle normali, quasi tutti ne hanno fumate almeno due”  (Nota di campo)

“L’ospite ha fatto due passi lì intorno tra una sigaretta e l’altra”  (Nota di campo)

Inoltre, i pazienti hanno abitudini legate alle loro passioni e interessi. Nei momenti liberi della giornata, è comune trovare alcuni ospiti impegnati nelle stesse attività, con caratteristiche simili e spesso trascorrendo il tempo nello stesso luogo. Queste abitudini si manifestano frequentemente anche al di fuori della struttura, durante le uscite singole o di gruppo.

 

“Appena arrivati c’era l’ospite che guardava un programma sulla televisione”  (Nota di campo)

“Abbiamo bevuto il solito caffè,”  (Nota di campo)

 “Arrivati alle 10:20, abbiamo incontrato Massimo in bus che tornava dal suo solito giro in città” (Nota di campo).

 La storia degli ospiti e della struttura

Casa Lamar e i suoi pazienti hanno una storia unica, influenzata da molteplici fattori significativi. È stato possibile scoprire alcune di queste vicende grazie alle attività di gruppo, che hanno favorito una maggiore condivisione. Come menzionato in precedenza, gli ospiti sono molto diversi tra loro sotto vari aspetti, inclusa la loro storia personale. Sebbene non sia stato possibile ricostruire i percorsi che li hanno portati a Casa Lamar, è stato possibile identificare alcune caratteristiche della loro vita.

È emerso che alcuni ospiti hanno già avuto esperienze in altre comunità che erano più focalizzate sulla loro dipendenza da sostanze stupefacenti, come Casa Giano e San Patrignano. Queste esperienze, seppur diverse, hanno contribuito a delineare il loro attuale percorso.

“dicendo che era un’attività che lui faceva sempre in altre comunità e non sembrava gli piacesse.”  (Nota di campo)

Altri ospiti provengono da percorsi di vita difficili a causa di relazioni problematiche con un uomo, mentre altri ancora hanno avuto esperienze di vita positive prima di essere colpiti da malattie o dipendenze.

“Poi nel pomeriggio mi avrebbe spiegato che nella foto aveva 18 anni, la foto era stata scattata a Milano per una campagna di Giorgio Armani. Mi ha detto che ha iniziato a fare la modella e le passerelle grazie a una sua amica che l’ha introdotta. Mi ha spiegato che indossava solo vestiti lunghi, niente bikini, niente intimo e mai scoperta, solo vestiti lunghi”. (Nota di campo). 

Altri hanno dovuto affrontare il peso di una migrazione difficile oppure hanno spesso parlato di relazioni familiari problematiche, al punto da non essere più in contatto con le loro famiglie da anni.

“lamentandosi dei fratelli che l’hanno abbandonato per due “puttane” ovvero le loro mogli.” (Nota di campo).

Attraverso un’intervista in particolare è stato possibile capire delle caratteristiche del passato della struttura. In passato era una casa protetta come lo è ora, ma diversamente da quel che accade oggi, accoglieva solamente persone affette da AIDS e HIV e non con altre patologie o dipendenze. Inoltre era molto diverso anche per l’evoluzione che questo fenomeno socio sanitario ha avuto con il tempo, già dieci anni fa si potevano trovare persone molto più sofferenti e con un’aspettativa di vita molto più bassa. Mentre oggi si cerca di riabilitare le persone per aiutarle il più possibile a essere autonome una volta le si accompagnava verso una morte il più dignitosa possibile.

“perché adesso non succede più spesso perché l’HIV non è così mortale, però prima che arrivassi io, tipo 10/15 anni fa, venivano portati a morire, era una casa della morte” – “Invece adesso bene o male si riprendono tutti, chi più chi meno…”  (Intervista a un operatore socio-sanitario).

 Comportamento, relazioni e stati d’animo

Il comportamento delle persone all’interno di Casa Lamar è generalmente positivo e accogliente, soprattutto nei confronti delle nuove situazioni e dei nuovi ospiti.

“Alcuni di loro ci hanno salutato e stretto la mano, altri si sono seduti senza fare domande.”  (Nota di campo).

A volte si comprende che l’atteggiamento positivo degli ospiti è influenzato dalle relazioni che instaurano, come avviene in qualsiasi contesto. Alcune relazioni sono più positive di altre, e talvolta l’interazione tra gli ospiti può sembrare forzata, dettata dalla necessità di mantenere una convivenza armoniosa. Non è raro sentire lamentele e notare che alcune persone sono meno propositive, soprattutto quando le attività si discostano dalla loro routine abituale. Questo atteggiamento non è comune a tutti, ma si manifesta costantemente in alcuni individui. Inoltre, sebbene raramente, alcuni ospiti attraversano momenti di crisi personale che possono sfociare in litigi e malumori molto decisi.

“L’ospite è arrivato giù con la sua tipica camminata zoppicante un po’ addormentato e arrabbiato.”  (Nota di campo).

“Allora un’ospite si è arrabbiata sgridando un altro in maniera abbastanza accesa, rinfacciando il fatto che commette sempre qualcosa che non va e facendogli presente che “gli sta sulle palle” . (Nota di campo).

All’interno della struttura si percepisce generalmente un’atmosfera positiva, sebbene sia spesso caratterizzata da qualche malumore legato alla condizione psico-fisica dei pazienti. Come già accenna- to, alcuni individui tendono a interagire con nervosismo, in parte a causa della monotonia di alcune giornate. Organizzare attività stimolanti o semplicemente incontrare persone nuove può migliorare significativamente il loro umore.

“Magari cazzate per te perché magari c’è quello che gli è arrivata la bolletta e sclera oppure ci sono tutti quelli con patologie psichiatriche: ti arriva uno che sente le voci, ti arriva uno che ti dice che vuole suicidarsi, e poi arriva quello che ti dice che ti vuole spaccare la faccia, però così capita.” . (Intervista a un operatore socio-sanitario).

 Linguaggio e modo di esprimersi

Il linguaggio utilizzato all’interno della struttura è spesso colloquiale e informale, talvolta includendo parolacce e termini dialettali, probabilmente per ricreare un ambiente familiare. Un aspetto distintivo della comunicazione degli ospiti è l’uso, in alcuni casi, degli accenti o della lingua d’origine, soprattutto durante momenti di forte coinvolgimento emotivo, sia positivo che negativo.

“A questo punto l’ospite non aveva capito e ha esclamato: “E chi minghia è sta Angela”. (Nota di campo).

Anche il personale di supporto utilizza un linguaggio amichevole. Tuttavia, non sempre è possibile: con alcuni individui è necessario comunicare in modo pacato o controllato per evitare situazioni disagevoli, adattandosi al loro carattere.

“devi sempre misurare le parole, devi sempre bene o male. Sì, parli anche del più e del meno tipo di calcio, ma dopo non è che fai dei dialogoni.” . (Intervista a un operatore socio-sanitario).

Ogni individuo ha un modo unico di esprimersi: alcuni sono più taciturni, altri hanno difficoltà a parlare chiaramente, mentre altri ancora sono molto aperti e comunicativi.

“una signora comunicava quasi a monosillabi quando le si porgeva delle domande”. (Nota di campo) 

I desideri degli ospiti

Come tutti, anche gli ospiti di Casa Lamar hanno manifestato desideri e aspirazioni, spesso espressi durante i momenti di condivisione di gruppo. La maggior parte di questi desideri riguarda il recupero di qualcosa che hanno perso nella loro vita, sia dal punto di vista relazionale, come un parente, sia dal punto di vista fisico e personale, come l’autonomia nelle attività quotidiane.

“Ha parlato dei fiori che le ricordavano la mamma e del suo profumo, del fatto che da piccolo lui le portava sempre dei fiori e che in quel momento le mancava tanto e vorrebbe tanto voluto vederla.”

“Ha scelto la foto di un lemure perché le sembrava un animale carino e simpatico da coccolare e lei avrebbe tanto voluto una coccola. L’altra ospite invece ha scelto la foto di una farfalla perché avrebbe tanto voluto sentire leggera come tale e dice di sentirsi così dopo le fisioterapie.”  (Nota di campo).

 Le credenze degli ospiti

Come menzionato in precedenza, la diversità tra gli ospiti della struttura si riflette anche nelle loro convinzioni spirituali. Attraverso simboli, azioni, abitudini alimentari e dialoghi, è emerso che al- cune persone vivono la propria vita seguendo ideali religiosi, in particolare quelli del cristianesimo e dell’islam.

“quando parla della sua storia fa spesso riferimento alla sua fede cristiana”  (Nota di campo).

 Come si vive all’interno della struttura

Casa Lamar si distingue per le sue caratteristiche uniche, suggerendo che la vita al suo interno si discosta significativamente da quella di altri contesti. Dalle osservazioni e dalle interviste emerge che l’ambiente si vive generalmente in modo positivo, a volte persino più soddisfacente del previsto. Spesso, sia gli ospiti che il personale confrontano la vita e i legami all’interno della struttura a quelli di una grande famiglia.

“Sei una grande famiglia alla fine, è vero. Me l’avevano descritta così quando sono venuto qua e mi sembrava impossibile, però alla fine è vero. Uno perché passi qua un sacco di tempo e…” . (Intervista a un operatore socio-sanitario).

Tuttavia, ci sono momenti difficili da affrontare, durante i quali gli ospiti possono manifestare reazioni o interazioni negative.

“Se sei tipo qua (in cucina) stai da Dio, fai da mangiare, non sei qua che ti spacchi la schiena o nient’altro. Poi vabbè a livello emotivo dipende un po’ da come uno è fatto, ci sono anche ben momenti ogni tanto abbastanza… tu magari non gli ha neanche mai visti…” – “ma il difficile secondo me è perché c’hai delle volte con dei picchi di difficoltà improvvisi che arrivano…”  (intervista a un operatore socio-sanitario)

Altre sfide evidenziate riguardano principalmente gli operatori e il loro ruolo. A volte, si trovano a gestire turni lunghi da soli, il che può mettere a dura prova il loro ambiente lavorativo. Avrebbe un impatto positivo avere un supporto aggiuntivo durante i momenti critici. D’altra parte si possono verificare conflitti tra gli operatori a causa delle dinamiche lavorative.

“Perché delle volte ti trovi a dover affrontare le cose da solo e tante volte non è semplice perché comunque… ma già avere, già per il fatto che ci sei oggi è diverso, perché altrimenti sei sempre tu e loro, loro e te. E avere comunque un’altra persona ti aiuta secondo me a interagire un po’ più leggero ecco dai…” – “Qua essendo che è una struttura molto particolare dove comunque ci devi mettere un po’ del tuo certe volte capita che magari il mio fare da fastidio a qualcun altro, o il fare di qualcun altro da fastidio a me… quindi non sempre è semplicissimo. Anzi secondo me è la difficoltà più grande. Ma penso tutti i lavori che chiamano di equipe…”  (Intervista a un operatore socio-sanitario).

Per quanto riguarda i volontari internazionali, la vita a Casa Lamar è estremamente positiva e anch’essi percepiscono l’ambiente familiare precedentemente descritto.

“credo che tu puoi tradurre questo dopo… I didn’t expect to be so, SO perfect, SO nice.”  (Intervista a un operatore socio-sanitario).

Tuttavia, una delle sfide emerse riguarda le differenze culturali, principalmente legate alla lingua. Queste differenze vengono comunque accolte in modo positivo.

“con cui parla in inglese, questa cosa sembra dare fastidio ad alcuni ospiti che non capiscono la lingua.” – “Credo che ci siano, vedo che ci sono culture differences, ma sono qui per fare questa esperienza e sapere, sì volevo… I wanted to have this experience so I had it.” (Intervista a una volontaria internazionale).

 

LE INTERAZIONI

L’interazione sociale

L’interazione sociale è il processo in cui le persone agiscono e reagiscono tra loro. Questo concetto è essenziale per capire le dinamiche sociali e i comportamenti umani, poiché le interazioni sono alla base delle relazioni sociali, delle istituzioni e della struttura della società nel suo insieme.

A Casa Lamar, l’interazione sociale è stata osservata nelle dinamiche quotidiane tra gli ospiti e lo staff. Gli ospiti spesso si offrono supporto emotivo e stringono amicizie, elementi essenziali per il loro benessere e la convivenza. Lo staff interagisce con gli ospiti creando un ambiente di fiducia e sicurezza, trattandoli con rispetto e offrendo supporto.

L’inclusività e l’ospitalità sono principi fondamentali a Casa Lamar, dove ogni ospite è accolto con rispetto e dignità. Lo staff si impegna a creare un ambiente accogliente per tutti, indipendentemente dal background o dalle esperienze passate. L’accoglienza calorosa e l’attenzione ai bisogni individuali promuovono un forte senso di appartenenza e comunità. L’inclusività si manifesta nelle attività quotidiane che coinvolgono tutti gli ospiti, incoraggiando la partecipazione e la condivisione.

Le conversazioni tra ospiti e staff si concentrano principalmente sul supporto emotivo, mentre gesti non verbali come abbracci e sostegno sono altrettanto importanti per promuovere un ambiente positivo. Inoltre, l’utilizzo di simboli e rituali giornalieri, come i pasti condivisi e le attività di gruppo, contribuisce a creare un forte senso di comunità e appartenenza.

“Poi sono arrivati un’ospite e gli altri che hanno guardato i canederli facendoci i complimenti per come gli avevamo fatti e scherzando sul fatto che io e l’oss avevamo lo stesso nome. Poi ognuno si è seduto al solito posto e abbiamo pranzato. Dopo pranzo abbiamo aiutato un po’ a sistemare insieme agli altri e siamo andati a lezione.”

Interazioni negative, problemi e discussioni

Nonostante l’atmosfera positiva che prevale a Casa Lamar, non mancano le occasioni di discussione e interazioni negative. Le tensioni possono sorgere a causa delle diverse personalità, delle esperienze traumatiche degli ospiti o delle sfide quotidiane che affrontano, anche semplici compiti quotidiani. Lo staff è lì apposta per gestire queste situazioni con professionalità, offrendo mediazione e supporto per risolvere i conflitti. Il dialogo aperto e il rispetto reciproco sono promossi come strumenti per superare i malintesi e le tensioni.

“Mentre prendeva le cose di un’ospite gli è caduto accidentalmente un coltello sui pantaloni.” – “Allora si è arrabbiata sgridandolo in maniera abbastanza accesa, rinfacciando il fatto che commette sempre qualcosa che non va e facendogli presente che “gli sta sulle palle”. – “Allora l’altro paziente si è alterato lamentandosi e insultando ad alta voce, usando soprattutto espressioni dialettali napoletane.” – “Il direttore allora ha cercato di calmarlo anche scherzandoci su, ma comunque l’ospite era visibilmente agitato e arrabbiato.” – “Lei però non ha voluto saperne e allora si è arrabbiato esternando il suo punto di vista urlando insulti e parolacce, sempre con la sua cadenza d’origine.”  (Nota di campo).

Vivere insieme in una casa condivisa può essere un’esperienza arricchente ma anche piena di sfide. Ogni gruppo ha le proprie dinamiche, e spesso emergono problemi che riguardano la gestione delle faccende domestiche e le responsabilità condivise.

Interazioni esterne

A Casa Lamar, il legame con il mondo esterno è una parte importante della vita quotidiana dei suoi residenti. Questa relazione con l’esterno varia da individuo a individuo, con alcune persone che mantengono i contatti con amici e familiari, mentre altri preferiscono concentrarsi sul proprio percorso di riabilitazione senza troppi contatti esterni.

Alcuni residenti scelgono di lavorare o partecipare ad attività al di fuori della casa. Questo può essere un modo per loro di costruire una routine quotidiana, sviluppare nuove competenze e conoscere nuove persone. Altri invece preferiscono rimanere all’interno della struttura, magari per concentrarsi sul proprio recupero o per altre ragioni personali.

La struttura collabora con altre comunità simili, come Casa Giano, per organizzare attività con- divise. Queste collaborazioni offrono ai residenti l’opportunità di incontrare nuove persone che condividono esperienze simili e di allargare la propria cerchia di amicizie al di fuori della propria struttura.

“Nel frattempo sono arrivati i ragazzi e gli operatori di Casa Giano e siamo scesi giù nella sala delle attività.”  (Nota di campo).

Le relazioni esterne dei residenti sono un aspetto importante della loro esperienza di vita. Queste relazioni possono essere fonte di sostegno e arricchimento personale, ma possono anche essere fonte di stress o conflitto. È importante che la casa offra un ambiente che supporti una varietà di esperienze e scelte individuali, permettendo ai residenti di gestire al meglio le loro relazioni esterne nel contesto del loro percorso di riabilitazione e di reinserimento sociale.

QUOTIDIANITÀ

L’importanza e la sicurezza delle abitudini

In precedenza si è parlato di quelle azioni abitudinarie svolte dagli ospiti come singoli, ma i riti aumentano di numero osservando la realtà di Casa Lamar come una comunità invece che solo un insieme di individui.

Partecipando in momenti differenti alle giornate di questo micro mondo sociale, possono essere definiti alcuni comportamenti costanti, attività svolte a cadenza regolare agli stessi orari e negli stessi modi. Fin da subito ne è stato un chiaro esempio la presenza di posti “fissi” a tavola o durante le attività in soggiorno, il che può dipendere sia da un fattore di necessità, come la scelta di sedersi sul divano piuttosto che su una sedia in legno, ma anche da un sentirsi sicuri nella monotonia e nella ripetizione.

“Essendo di più hanno dovuto spostare i tavoli, rendendoli da 6, alcuni degli ospiti si sono trovati infatti destabilizzati e si guardavano intorno confusi.”  (Nota di campo).

Durante l’osservazione si sono presentati più volte momenti di rottura della quotidianità, mostrando il bisogno degli ospiti di avere dei punti fermi nella loro vita. Infatti, anche la schematicità dei loro pasti è fonte di sicurezza. Il momento del pranzo comincia puntualmente alle 12:30. Come prima cosa viene distribuita la portata principale e successivamente un piatto di verdure a scelta degli ospiti; il pranzo si protrae finché tutti non hanno finito di mangiare e sistemato la sala da pranzo, in cui ognuno ha un ruolo che con il tempo è diventato suo. Unendosi alla vita della comunità, infatti, inconsapevoli di questa cosa all’interno della casa, viene automatico aiutare a pulire senza pensare a questo aspetto, ma così facendo si procura un disagio all’ospite che avrebbe dovuto svolgere quelle mansioni. Sono gli operatori a informare appena possibile. Alcuni ospiti sembra trovino terapeutico avere delle mansioni specifiche da svolgere, come fosse il loro posto in cui sanno di non venir sostituiti. Il pranzo, la pulizia, gli orari per le sigarette, sono probabilmente anche un modo per abituare gli ospiti a una quotidianità sempre più salutare, così da cambiare gradualmente i loro automatismi nocivi e per permettere una possibile futura dimissione.

Le libertà degli ospiti

Nonostante la partecipazione sia stata più volta alle attività in gruppo, si può notare come in Casa Lamar si dia importanza anche ai momenti da soli per gli ospiti, permettendo uscite in solitaria, gestite totalmente o parzialmente in autonomia, in base alle possibilità degli ospiti: l’intento degli operatori è anche fare in modo che gli ospiti abbiano una vita il più possibile vicino ai loro desideri, infatti quando un paziente ha problemi di mobilità, non viene revocata la possibilità di uscire, ma viene accompagnato dagli OSS in ciò di cui ha bisogno. Un esempio può essere l’aver visto alcuni ospiti tornare dalle uscite in bus oppure a piedi da lavoro (alcuni ospiti hanno la possibilità di guadagnare attraverso un lavoro permesso dalle loro capacità), il che mostra alle persone esterne come prima di essere ospiti di Casa Lamar loro sono individui adulti e capaci, in grado di gestire le loro vite, anche se con un po’ di aiuto.

La gestione delle infrazioni

Nonostante si possa capire che l’indipendenza degli ospiti, benché sempre limitata, è sostenuta dalla casa, si può notare una gestione delle infrazioni basata su una serie di “punizioni”, che consistono in revoche del permesso di uscita, in solitaria o in generale, per tempo definito o indefinito. Le infrazioni sono generalmente legate alla salute dell’ospite oppure alla sua integrazione in società, infatti nel periodo di osservazione a Casa Lamar sono stati notati i seguenti casi: acquisto illegale di un oggetto probabilmente rubato, assunzione di alcool non consentito sotto forma di birra e successivamente di cioccolatino.

“Dopo è sceso e ci ha salutato *M* che è nuovamente in castigo per avere mangiato secondo lui dei Mon Chéri che contengono alcool. Quindi è chiuso fino a domenica.”  (Nota di campo).

Questo sistema ha probabilmente lo scopo di salvaguardare la salute degli ospiti, permettendogli di comprendere quali sono le cose che hanno un effetto negativo sulla loro riabilitazione. Un ospite ha mostrato imbarazzo, durante il primo giorno di osservazione, ad ammettere di non avere il permesso di uscita per un tempo indeterminato per aver bevuto della birra; alcuni ospiti quando richiamati sembravano non capire davvero il motivo per cui le loro azioni hanno portato a queste revoche, probabilmente è un processo lungo e queste piccole punizioni permettono agli ospiti di comprendere mano a mano cosa fa bene a loro e cosa no.

Le attività proposte

Per creare un ambiente familiare e accogliente, il direttore di Casa Lamar propone regolarmente attività varie per i suoi ospiti. Queste attività si possono dividere tra quelle strettamente collegate alla vita nella Casa e quelle volte a stimolare la curiosità, la creatività e l’interesse degli ospiti.

Riguardo al primo caso c’è stata la possibilità di partecipare agli incontri di gruppo che si ripetono più volte durante la settimana. In queste attività è importante la partecipazione di tutti gli ospiti, in quanto l’obiettivo è condividere la propria dimensione emotiva, in modo da comprendere che tutti hanno momenti belli e brutti nella propria vita e aiutarsi a superare il passato per lavorare insieme a un presente e un futuro migliore. Non sempre tutte le attività proposte dal direttore vengono svolte a causa di mancata preparazione da parte degli ospiti, e a volte non tutti hanno davvero voglia di partecipare agli incontri, però lui fa in modo di creare ogni volta un ambiente positivo, che permetta agli ospiti (e ai volontari) di mettersi a proprio agio o che dia degli spunti di conversazione, attraverso giochi di collaborazione oppure attività più visive (scegli un’immagine che faccia capire come ti senti oggi).

Un’altra tipologia di attività sono le uscite di gruppo particolari, come ad esempio l’uscita al Bar al buio, ma anche i workshop sul giornalismo svolti settimanalmente, oppure gli incontri con persone esperte in qualcosa al di fuori della quotidianità della casa, come è stata la mattina con la presentazione fatta dal fotografo di Air-to-Air polacco. Non sono state oggetto di osservazione le attività su adesione volontaria come lo yoga appena svegli oppure la mattina in piscina. Tutte queste attività sembrano avere come obiettivo il portare novità all’interno della vita degli ospiti, così da mantenerli aperti a provare cose nuove, in cui potrebbero poi trovare una passione o una ragione per impegnarsi ancora di più nella riabilitazione. Essendo alcune di queste attività svolte anche con persone esterne alla casa, come ad esempio ospiti di altri centri, permettono anche di socializzare con persone differenti.

AMBIENTI

Casa Lamar si trova nella zona industriale di Gardolo ed è facilmente accessibile tramite auto, bicicletta o mezzi pubblici. La struttura, parte del “Centro Trentino di Solidarietà ETS”, è situata in un ambiente tranquillo e immerso nel verde, benché in un contesto industriale. L’esterno della casa è caratterizzato dalla presenza di bandiere e un cartello rivolto verso la pista ciclabile, ma per il resto si presenta come una casa comune, priva di segni distintivi evidenti.

“Arrivati in zona industriale” “Attraverso una stradina” “si arriva presso la casa, in tutto e per tutto una casa come altre, sia da fuori che da dentro.”  (Nota di campo)

“Lungo la ciclabile”  (nota di campo)

All’ingresso si trova un piccolo giardino curato con fiori, alberi e cartelli motivazionali con parole come “fiducia”, “empatia” e “serenità”. Questi elementi, carichi di significato, indicano l’importanza attribuita dagli ospiti all’aspetto esteriore della casa e rispecchiano i valori di Casa Lamar. Superato il giardino, si entra in un’ampia sala con vari oggetti che suggeriscono la molteplicità di attività svolte in questo luogo. Un elemento di interesse sono i lucchetti che chiudono gli armadi presenti nella sala, indicativi di una necessità di sicurezza e limitazione.

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“L’esterno di presenta con un ampio giardino abbastanza curato, con fiori ed erba tagliata e con dei cartelli con parole come “fiducia, empatia, serenità, ecc…” – “All’interno invece possiamo dire di avere un salotto classico: una televisione con davanti un divano, dietro al divano un tavolo con le sedie, mobili, armadietti chiusi a chiave”  (Nota di campo).

La distribuzione interna dell’immobile è la seguente: al piano terra si trovano gli uffici degli operatori socio-sanitari (OSS) e del responsabile Antonio, al primo piano ci sono i dormitori femminili, un ufficio sempre degli OSS e, infine, la cucina che funge anche da sala da pranzo. Al secondo piano sono situate le camere da letto dei maschi. Ogni piano è dotato di ascensore per facilitare gli ospiti con problemi motori.

Gli spazi comuni, come la sala al piano terra e la cucina, sono cruciali per la vita comunitaria di Casa Lamar. Qui, gli ospiti partecipano a diverse attività di gruppo, giocano a carte, guardano la televisione e condividono i cinque pasti giornalieri. Gli OSS, volontari e gli ospiti che sono fisicamente in grado di farlo contribuiscono volentieri alla preparazione dei pasti, promuovendo un senso di collaborazione e inclusività. Anche se ci sono occasione dove queste dinamiche possono creare degli scontri.

“Abbiamo lavorato e pulito tutta la cucina, c’erano lavastoviglie, fornelli e forno professionali tipo quelli dei ristoranti.”  (Nota di campo).

Analizzando questi spazi interni come cornici della comunicazione, emerge l’identità collettiva degli ospiti di Casa Lamar. I ruoli di ciascuno, i comportamenti e le interazioni tra ospiti, OSS e volontari delineano una micro-società con regole e abitudini sia implicite che esplicite. La struttura interna, rappresenta una cornice della comunicazione che favorisce la costruzione di un ambiente di supporto reciproco e di solidarietà, mentre il contesto esterno offre una transizione fluida tra la vita interna e quella esterna.

“In cucina ci sono in giro buste e fogli con le istruzioni per alcuni ospiti, come ad esempio chi non può mangiare sale. Davanti alla porta del personale ci sono invece gli orari delle sigarette di un’ospite.”  (Nota di campo).

  

 GLI OGGETTI

All’interno di Casa Lamar, si possono osservare una varietà di oggetti ed elementi che svolgono funzioni differenti e possiedono molteplici significati sociali. Alcuni di questi sono destinati all’uso comune, facilitando la vita quotidiana e promuovendo la coesione sociale tra gli ospiti. Altri, invece, sono riservati a un uso personale, riflettendo le preferenze individuali e l’autonomia degli abitanti.

Gli oggetti con scopo puramente funzionale evidenziano l’importanza della praticità e dell’efficienza all’interno dello spazio domestico. La loro disponibilità è regolata da norme implicite e/o da norme scritte e precise, che assicurano un utilizzo responsabile. Ad esempio, è comunemente noto che è sempre necessaria l’autorizzazione e la supervisione degli Operatori Socio-Sanitari (OSS) per l’uso di determinati oggetti, i quali sono soggetti a regole riguardanti gli orari di utilizzo e le procedure di pulizia.

“Abbiamo lavorato e pulito tutta la cucina, c’erano lavastoviglie, fornelli e forno professionali tipo quelli dei ristoranti.”  (Nota di campo).

Gli elementi che rappresentano l’identità di Casa Lamar svolgono un ruolo cruciale nella costruzione e nel mantenimento di un senso di appartenenza e identità collettiva. Questi oggetti simbolici possono includere elementi decorativi, arredi particolari od oggetti di valore storico per la comunità. La loro presenza contribuisce a creare un ambiente condiviso che rafforza i legami tra gli abitanti e consolida l’identità di Casa Lamar.

“Abbiamo notato subito entrando le decorazioni di Pasqua fatte dagli ospiti, tra cui un mazzetto di rami e uova” – “sui muri sono appesi diversi quadri tra foto e puzzle delle formiche di Vettori, dietro alla TV c’è un mosaico a muro con un albero colorato, ogni ramo rappresenta un individuo della casa, mentre sul muro a fianco c’è un riquadro sempre a mosaico con il logo del centro trentino di solidarietà (CTS).” (Nota di campo).

Infine, vi sono elementi con significati personali che incarnano memorie, emozioni e storie individuali. Essi riflettono in cosa credono, le esperienze e le personalità uniche degli abitanti, contribuendo alla diversità e alla ricchezza della vita comunitaria. Gli oggetti personali offrono una finestra sulle vite individuali, creando opportunità per la condivisione di storie e la costruzione di relazioni basate su esperienze comuni e riconoscimento reciproco.

“al primo piano, dove c’è una lavagna con foto degli ospiti della casa e ne erano state aggiunte di nuove, come quella di un’ospite da ragazza.”  (Nota di campo).

In conclusione, gli oggetti e gli elementi presenti all’interno della casa non sono semplicemente strumenti funzionali, ma portatori di significati sociali profondi. Essi creano dinamiche nella vita quotidiana, impongono modi di comportarsi, promuovono la coesione sociale, costruiscono e mantengono un senso di appartenenza e identità collettiva, arricchite dalle memorie e storie individuali.

BIBLIOGRAFIA

Specifici su Casa Lamar

Sito Casa Lamar

https://www.citiesse.org/casa-lamar/

Articolo sull’anniversario dei vent’anni Casa Lamar

https://www.giornaletrentino.it/cronaca/trento/casa-lamar-vent-anni-di-lotta-all-aids-1.691731

Articolo breve su Casa Lamar

https://www.lavocedeltrentino.it/2022/09/12/rinascere-a-casa-lamar/

Testimonianza volontario a Casa Lamar

https://www.incoweb.org/Blog-dei-volontari/Il-mio-SVE-a-Casa-Lamar-Trento-Italia

Sito CTS (Centro Trentino Solidarietà Onlus)

https://www.citiesse.org/mission/

  

Generici su HIV, accoglienza, cura e volontariato

Hiv, povertà e disuguaglianze, Scenari epidemiologici e sociali

https://journals.openedition.org/qds/1772

Il ruolo delle associazioni nella “Retention in care” delle persone con HIV in Italia

https://cerca.ministerosalute.it/imgs/C_17_pagineAree_200_listaFile_itemName_5_file.pdf

Dall’osservazione all’azione: Etnografia dei e nei servizi per persone senza dimora

https://ojs.unica.it/index.php/anuac/article/view/3077.

 

Siamo Yinere, Sara, Stefano e Milena

, quattro giovani appassionati di grafica e comunicazione, attualmente impegnati nel corso TAG, l’Alta Formazione Grafica di Trento.

Durante il nostro percorso di studi, abbiamo partecipato a un corso di Sociologia della Comunicazione, nel quale abbiamo condotto una vera e propria ricerca sul campo.

Abbiamo scelto di osservare una comunità particolare per le sue caratteristiche singolari, spinti dalla nostra curiosità di scoprire una realtà spesso trascurata del nostro territorio. Abbiamo, così, studiato le dinamiche sociali di Casa Lamar, vivendo e integrandoci nella sua quotidianità. L’esperienza in questa struttura è stata per noi estremamente positiva, permettendoci di scoprire un mondo a noi poco noto e di instaurare nuovi legami.

1 Commento. Nuovo commento

  • Lucia Bortolamedi
    Giugno 17, 2024 8:06 am

    Ciao
    Ho letto tutto con cura e curiosità e devo dire che hanno fatto un buon lavoro, con discrezione e senza giudizi. Molto chiaro. Mi sembrava di essere lì con voi! Bravi gli esecutori e un abbraccio nostalgico a tutti. Lucia

    Rispondi

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