“E come i semi sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera”
Gibran
Il disturbo affettivo stagionale, oggi inserito nel DSM 5 con la nomenclatura di Disturbo Depressivo Maggiore ricorrente con andamento stagionale, è stato riconosciuto per la prima volta dallo psichiatra sudafricano Norman E. Rosenthal a metà degli anni’80. Le persone che soffrono di questo disturbo si trovano a vivere dei cicli di variazione dell’umore a seconda delle stagioni, ovvero a sviluppare dei sintomi depressivi in determinate stagioni, in primis l’inverno.
Perché l’inverno?
Si stima che la percentuale maggiore di persone affette da SAD sviluppi i sintomi primariamente nella stagione invernale, questo sarebbe associato alla diminuzione delle ore di luce, ad un calo della luminosità diurna si associa un aumento dei sintomi depressivi e della loro gravità. Sembra avere incidenza in questo disturbo anche la temperatura esterna e la lunghezza del giorno.
Più di recente si è analizzato il ruolo della serotonina e della proteina che la trasporta, SERT, come fattori correlati all’insorgenza di questo disturbo. Nei soggetti con SAD i livelli di SERT aumentano con il diminuire delle ore di luce, a differenza di persone non affette da questa sindrome nella quale restavano pressoché invariati. Questo è indicativo poiché maggiori livelli di SERT provocano minor attività della serotonina, provocando quindi sintomatologia depressiva. Al contrario, nei mesi estivi in cui si è maggiormente esposti alle ore di sole e luce questi livelli si mantengono naturalmente stabili, contribuendo perciò a mantenere il tono dell’umore in asse. Tra le possibili concause è stato analizzato anche il ruolo della melatonina, questo ormone con il diminuire delle ore di luce aumenterebbe esponenzialmente, provocando maggiore letargia e sonnolenza. Serotonina e melatonina sono collegate tra loro, infatti la serotonina è il principale substrato per la produzione dell’ormone epifisario (cioè melatonina).
La SAD non si manifesta solamente in inverno, esiste anche la forma estiva di questo disturbo, Summer – SAD, con insorgenza nei mesi primaverili e remissioni all’inizio dell’autunno, questa tipologia è meno diffusa.
SAD e depressione
Abbiamo detto che quando un soggetto soffre di SAD vive un periodo di depressione, tuttavia queste due sindromi non sono uguali, poiché se nella depressione le persone è prevalentemente passiva, nella SAD il soggetto è reattivo, inoltre presenta sintomi depressivi atipici come:
- Iperfagia
- Aumento dell’assunzione craving per i carboidrati
- Incremento ponderale
- Ipersonnia e letargia
- Diminuzione dell’energia
Si è notato come questi sintomi siano presenti nelle donne molto spesso esclusivamente durante la fase premestruale o nei primi giorni del ciclo, quindi si è ipotizzato che potessero esserci connessioni tra la SAD e la PMS (sindrome premestruale). Da numerosi studi clinici è emerso un substrato comune tra queste due sindromi, nella popolazione femminile italiana si presentano con alta frequenza di associazione, tuttavia non sono ancora chiari quali siano gli elementi organici che rappresentano questa base. Un’ipotesi plausibile è che entrambe siano manifestazioni diverse della stessa patologia.
Altri sintomi comuni anche al disturbo depressivo sono agitazione del sonno con difficoltà nell’addormentamento, perdita o difficoltà di concentrazione, senso di inadeguatezza, difficoltà nei movimenti, fino a pensieri di morte ricorrenti.
Possibili percorsi terapeutici
Una terapia che ha dati buoni risultati se utilizzata con questa sindrome è la terapia della Luce o fototerapia. Questo tipo di intervento prevede l’esposizione giornaliera a una fonte luminosa artificiale molto intensa, l’orario in cui avviene l’esposizione influisce sull’esito del trattamento, in particolare l’esposizione al mattino produce tassi di remissione più elevati.
Sono utili i trattamenti farmacologici, dal momento in cui pare essere associata a una disregolazione dell’attività serotoninergica come in altri stati depressivi, degli antidepressivi di seconda generazione si sono dimostrati trattamenti efficaci.
A livello psicoterapeutico, è stato messo a punto un modello specifico della terapia cognitiva appositamente tarato per il SAD (CBT – SAD). Si tratta dell’identificazione e della pianificazione di eventi piacevoli al fine di fronteggiare l’anedonia invernale, con la predisposizione di un piano personalizzato per la prevenzione delle ricadute al termine del trattamento.
Avevi mai sentito parlare di questa problematica? Ti capita di essere più “triste” in alcune stagioni? Condividi il tuo pensiero con noi!
Tania Morelli
Nata a Trento nel 1990, dopo la laurea in Studi Internazionali ha scelto di modificare il proprio percorso e si è avvicinata alla psicologia. Durante un periodo in cui ha vissuto in Germania si è interessata all’integrazione degli italiani nel Paese, argomento della sua tesi di laurea con la quale si è laureata in Psicologia clinica presso l’Università degli Studi di Torino nel 2017. L’interesse per la giurisprudenza l’ha portata a concludere un Master in Psicologia Giuridica presso l’ITAT di Torino e dal 2019 collabora con il Tribunale di Trento come consulente psicologo. Tania è specializzanda in psicoterapia dinamica integrata presso il Centro Psicologia Dinamica di Padova.
Si è avvicinata al mondo delle dipendenze grazie al tirocinio post lauream ed attualmente lavora presso la Comunità Terapeutica la Casa di Giano