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Pellegrinando per San Romedio

Informazioni base:

Dislivello: 220 m
Difficoltà: facile, adatto a famiglie e bambini
Attrezzatura: consigliate scarpe da trekking
Stagione ideale: primavera, per godere dello spettacolare paesaggio dai meleti in fiore, ed estate per apprezzare il bosco rigoglioso e verdeggiante.
Non adatto a passeggini e carrozzine.
I laghi di Coredo e Tavon si trovano proprio a metà del giro, per questo può essere una buona idea pensare di fare tappa per un pic-nic.

Terza domenica di Ottobre. Saremmo dovuti andare in val di Rabbi nel parco dello Stelvio, ma, arrivata la neve in anticipo, abbiamo optato per un semplice sentiero a carattere storico e culturale e ad una altitudine un po’ più bassa: il giro di San Romedio tra i paesi di Sanzeno e Coredo.
E così, in sei partiamo alle 9.00 dalla Casa di Giano, accompagnati da Oreste e Maria Cristina.

Raggiungiamo in macchina il Museo Retico a Sanzeno, un bellissimo borgo a 680 metri, seguendo la statale fino a Dermulo e poi risalendo la Val di Non in direzione Fondo-Mendola. Lasciato il parcheggio di fronte al Museo, ci incamminiamo lungo una passerella di legno e proseguiamo in discesa in mezzo ai meli, coltivati sui tipici terrazzamenti della valle. Proseguiamo in un percorso pianeggiante ed entriami in un fitto bosco. Raggiungiamo il primo tratto dello spettacolare ed emozionante Sentiero nella roccia, così chiamato perché scavato nella parete di roccia che segue il tracciato di un vecchio canale irriguo ottocentesco, che arriva fino al santuario di San Romedio. Un percorso, a tratti vertiginoso, di circa 2,7 km.

Troviamo il bivio del Cammino Jacopeo d’Anaunia, un vero e proprio cammino del pellegrino perché, come il Cammino di Santiago de Compostela, ripercorre alcuni sentieri che venivano usati un tempo proprio dai pellegrini che partivano dalla Val di Non.
Scendiamo a destra per raggiungere la strada asfaltata e così, dopo aver fatto un ultimo tratto di breve salita, percorriamo gli scalini di acciottolato e arriviamo, senza neanche accorgerci, cullati dalla pace e dalla tranquillità della natura, all’eremo di San Romedio.

Un luogo davvero particolare, unico, che ci suscita forti emozioni. Saliamo tutti gli scalini che portano al punto più alto dell’eremo, come per salire dalla terra al cielo.

Scalinata Eremo San Romedio

Il santuario, costruito in cima ad uno sperone roccioso a strapiombo sul canyon sottostante, è composto da una serie di 5 edifici collegati da 131 scalini.

L’origine del luogo è l’eremitaggio di Romedio nella parte più alta e si attesta intorno all’anno 1000. Ma il culto del santo viene ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa solo intorno al 1300 ed è dal secolo successivo che inizia la costruzione delle altre chiese.

San Romedio qui visse moltissimi anni da eremita, in compagnia solamente di un orso trentino.
Dopo un primo tratto scoperto, saliamo entrando nella scalinata coperta, dove alle pareti si trovano appesi tantissimi ex-voto. Proseguiamo “verso il cielo” per arrivare nella parte più antica del santuario, luogo originale dell’eremitaggio di Romedio.
Arriviamo così fino al punto panoramico sullo sperone di roccia, dove c’è una bellissima vista sul canyon sottostante.
Ripartiamo seguendo il sentiero che sale nel bosco proprio di fronte all’entrata.

Attraverso il bosco lungo la strada sterrata si risale fino ad arrivare alla piana dove si trovano i Laghi di Coredo e Tavon. Si segue inizialmente il sentiero segnato 535, poi attraversiamo il rio di Verdes e prendiamo sulla destra seguendo il segnavia 537 continuando a salire nel bosco fino ad arrivare all’estremo nord del lago di Tavon.

Superiamo in salita circa 150 metri di dislivello in circa 30-40 minuti. Arrivati in riva ai Due laghi dopo la salita è proprio il momento di pensare ad una bella pausa pranzo e relax. Ci fermiamo così in un grande parco per una meritata pausa.
Arrivati al Viale dei Sogni, dopo aver costeggiato interamente i laghi, passiamo di fronte alla segheria veneziana (purtroppo chiusa) di cui riusciamo ad ammirare solo le pale e la struttura esterna.
Continuiamo a scendere fino alla strada principale, attraversando il paese, e arriviamo fino alla piazza del Municipio di Coredo.

Dal paese di Coredo percorriamo l’ultima parte del giro per tornare a Sanzeno, seguendo il Sentiero del Maestro (o anche Sentiero Frassati, di cui è parte) con segnavia 504 (così chiamato perché dedicato al maestro elementare Angelo Leonardelli). Imbocchiamo il sentiero nella parte alta del paese su via Callegari, proprio accanto alla strada che porta a Tavon.
Una bella passeggiata tra meleti e boschi ha chiuso così il nostro giro di San Romedio.
… e anche per questa volta siamo ritornati a casa, ma meno affaticati grazie agli scarponi tecnici de La Sportiva, e sempre contenti.

 

 

 

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