Pronti, partenza… VITA

Sabato 26 giugno 2021: 31250 passi, 22 km, 6 paesi attraversati.

Camminare fa bene al corpo ma, soprattutto, alla mente. Camminare in gruppo significa camminare insieme e non fare a gara per arrivare primi.

Il Centro Trentino di Solidarietà “riparte” dalle relazioni e con la tradizionale Camminata contro la droga, “Educhiamoci alla vita”, giunta alla sesta edizione, ha celebrato la 34° Giornata Internazionale contro l’uso e il traffico illecito di droghe. 

Ma quale vita? Quella forza vitale dentro di noi. Lo slancio, quella vita che procede in ogni caso e non si pone mai il problema di non riuscirci. 

Camminare significa imparare o re-imparare a prendersi cura di se stessi e sapersi rialzare. La camminata vuole essere punto di partenza per il cambiamento, accettando i propri limiti e le proprie debolezze e facendo delle proprie abilità punti di forza.

A differenza degli scorsi anni, si è partiti da Casa di Giano, comunità terapeutica per la cura delle dipendenze patologiche, percorrendo antichi sentieri e attraversando i paesi di Fraveggio, Vezzano, Calavino, Lasino e Padergnone. C’è stato anche il tempo per un bagno rinfrescante nella roggia di Calavino.

Durante la giornata alcuni dei ragazzi si sono raccontati:

“Giornata meravigliosa perché era da tempo che non si usciva. Sono stato in carcere dove ho vissuto il dramma. Questo mi ha fatto capire come uscirne. Ho bisogno della comunità e di condividere con la comunità. Potrei starmene a casa mia ma sono sicuro che da solo non ce la farei. La libertà ha un prezzo, e io me la voglio godere tutta”.

“Sono vent’anni che combatto con le sostanze e con l’alcol. Ho trascorso diversi periodi in comunità dove ho sempre interrotto i percorsi e non li ho mai portati a termine. Oggi ho voglia di uscire e di uscirne”.

“Ho 59 anni. Sono sposata e felice. In questo momento, quando sto con voi mi ricordo benissimo di chi sono stata: una ragazza in difficoltà, persa, in cerca di me stessa che si è fatta trascinare nel vortice delle dipendenze perché pensavo fosse la soluzione ai miei problemi. In comunità ho trascorso il periodo più bello e profondo della mia vita perché mi sono incontrata e ho imparato ad accettarmi così come sono. Scegliere la tossicodipendenza significa scegliere di morire”.

Questo evento rientra tra le iniziative a favore della sensibilizzazione al problema delle dipendenze, problema che non si è arrestato nemmeno con il Covid. Nell’ultimo anno, infatti,  è aumentato il consumo di sostanze: il 15% dei ragazzi e giovani adulti ha assunto cannabis, il 2,5% cocaina, il 2% ecstasy e il 1,2% amfetamine.

La pandemia ha interrotto tutte le relazioni riportando ad un conseguente aumento del consumo di sostanze. É chiaro come la ricostruzione delle relazioni e dei legami sociali a partire dalla famiglie sia il punto di partenza per poter raggiungere l’obiettivo e al contempo come la relazione di comunità sia un mezzo per implementare i legami per e con i nostri giovani. É necessario agganciare le famiglie smarrite durante l’anno di pandemia e creare percorsi educativi in presenza e strutturati che possano restituirci, almeno in parte, il tempo perduto nell’incontro e nella relazione con l’altro.

Il lavoro che ci aspetta è lungo, doloroso e pieno di frustrazioni: ma le difficoltà e le sfide non ci devono far paura. 

Allora #ripartiamodallerelazioni

@produzione riservata

 

Antonio Simula

Sociologo e mediatore familiare, attualmente ricopre il ruolo di responsabile organizzativo del Centro Trentino di Solidarietà onlus: un’associazione che gestisce una comunità terapeutica per la prevenzione cura e riabilitazione di persone con dipendenze patologiche sia chimiche che comportamentali, una Casa alloggio per persone con Hiv/Aids e un Centro Studi sul disagio e le dipendenze.

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