Mentre il trauma può essere l’inferno sulla Terra, il trauma risolto è un dono degli dei – un viaggio eroico che appartiene a ognuno di noi.
(Peter A. Levine)

La pillola di psicologia di questa settimana affronterà il tema del trauma, argomento che ha trovato il suo spazio in ambito psicologico solo verso la fine del 1800 grazie agli studi di Janet, che fu tra i primi, insieme a Charcot a trattare questa problematica. In particolare Pierre Janet, dalla fine del 1800 delinea una teoria del trauma, definendo quest’ultimo come un’esperienza traumatica non integrabile nel sistema psichico dell’individuo colpito, minacciando pertanto il suo benessere psichico. Ciò che può accadere in casi di traumi non integrati è l’insorgenza di una sintomatologia dissociativa e quindi esperienze e pensieri legati all’esperienza traumatica vengono separati dall’esperienza cosciente, portando gli individui a rimettere in atto l’azione iniziata nel trauma ogni volta che si ripresentano questi sistemi di pensiero.

I traumi che si possono vivere nella vita sono vari e i loro effetti possono essere da lievi a devastanti. La perdita di un caro, un incidente, catastrofi ambientali, malattie oppure essere stati coinvolti in eventi di terrorismo o guerra sono alcuni dei diversi tipi di trauma che si possono vivere e che possono lasciare profonde ferite nella nostra vita, talvolta con gravi conseguenze.

Per il superamento e il rimarginarsi di queste ferite il percorso è lungo, e la ripresa è bene sia completa per poter riprendere la propria vita, anche attraverso l’intervento di un professionista della salute mentale. Tuttavia non tutte le nostre ferite sono così gravi da richiedere l’intervento di un esperto o da lasciare danni emotivi a lungo termine. Ricordiamo che ogni trauma o perdita è diverso per ognuno di noi e quindi alla stessa esperienza è comprensibile esistano differenti reazioni.

Il superamento di un trauma possibili risvolti positivi anche su altri versanti, non solo per riprende a vivere la propria vita serenamente, è possibile acquisire nuove competenze, rivalutare le proprie relazioni sociali e apprezzarle maggiormente, oppure godere maggiormente di ciò che si ha nella propria vita – questo fenomeno si definisce crescita post – traumatica.

È importante non dimenticare che non siamo in balia degli eventi esterni, se è vero che alcuni eventi sono accaduti indipendentemente dalla nostra volontà e al di fuori del nostro controllo, ed esempio la gravità, altre variabili dipendono da noi, la nostra reazione all’evento e come sceglieremo di muoversi successivamente è nelle nostre mani.

Cosa succede dopo il trauma

Dopo un evento traumatico la sofferenza vissuta può arrivare a paralizzare completamente la persona, che si sente travolta e non è momentaneamente più in grado di prendersi cura di sé (lavarsi o mangiare), di pensare in maniera razionale e sensata. Un aspetto di questa prima fase, ma che in realtà si può trascinare per mesi, è la serie di “prime volte” che ci si trova a vivere dopo l’evento, ad ogni prima volta i ricordi vengono rievocati con l’insieme di emozioni che portano con sé. Solitamente il tempo aiuta a superare questo disorientamento, infatti questo dolore è una risposta psicologica normale e va accolta, quando invece non si procede al superamento di queste difficoltà si rischia di restare incastrati nel dolore annullandosi.

Alcune esperienze traumatiche portano l’individuo in una nuova realtà alla quale dovrà adattarsi, ad esempio essere coinvolti in un incidente stradale con conseguente disabilità motoria. A seconda della gravità sarà necessario definire nuovamente la propria identità ed integrarli in maniera funzionale con gli aspetti della propria personalità e del proprio carattere già presenti.

Uno dei bisogni di tutti gli individui è quella di dare un senso a ciò che si vive, le nostre convinzioni interne colorano la realtà e le danno un senso per noi accettabile e comprensibile. Nel caso di eventi negativi e traumatici il rischio è quello di continuare a rimuginare per trovargli un senso e peggiorare l’esito dell’integrazione nella nuova realtà con la precedente.

Esercizio per recuperare aspetti perduti della propria personalità (dal libro Pronto intervento emozioni di G. Winch)

Esercizio scritto per identificare gli aspetti di te che potresti aver perso, così potrai trovare nuovi modi per esprimere queste parti mancanti della tua identità e recuperare i ruoli importanti a cui potresti avere rinunciato.

1. Elenca le qualità, le caratteristiche e le capacità che tu e gli altri apprezzavate di te prima degli eventi
2. Quali delle qualità precedenti ti sembra più lontana dalla tua vita di oggi o tende ad esprimersi di meno oggi rispetto al passato?
3. Per ogni qualità elencata, spiega brevemente per iscritto perché ti sembra lontana o non si esprime più quanto prima
4. Per ogni qualità elencata, metti brevemente per iscritto le persone, le attività o le opportunità a cui potresti dedicare per poterla esprimere più di quanto non stia riuscendo a fare adesso.
5. Assegna un ordine di priorità alle voci della domanda precedente in base a quanto sono realizzabili e gestibili dal punto di vista emotivo
6. Prefiggiti l’obiettivo di mettere in pratica l’elenco meglio che puoi e procedendo con il ritmo per te più confortevole. In questo modo comincerai a recuperare degli aspetti significativi e preziosi di te stesso e della tua personalità e così facendo ti rimetterai in modo.

Se gli eventi sono ancora freschi e la sofferenza elevata non costringerti a completare l’esercizio. Fallo quando il tuo funzionamento è tornato alla normalità.

Efficace per: recuperare aspetti importanti della propria identità e ricostruire le relazioni interrotte.

Benefici secondari: riduce il dolore emotivo.

@produzione riservata

Tania Morelli

Nata a Trento nel 1990, dopo la laurea in Studi Internazionali ha scelto di modificare il proprio percorso e si è avvicinata alla psicologia. Durante un periodo in cui ha vissuto in Germania si è interessata all’integrazione degli italiani nel Paese, argomento della sua tesi di laurea con la quale si è laureata in Psicologia clinica presso l’Università degli Studi di Torino nel 2017. L’interesse per la giurisprudenza l’ha portata a concludere un Master in Psicologia Giuridica presso l’ITAT di Torino e dal 2019 collabora con il Tribunale di Trento come consulente psicologo. Tania è specializzanda in psicoterapia dinamica integrata presso il Centro Psicologia Dinamica di Padova.

Si è avvicinata al mondo delle dipendenze grazie al tirocinio post lauream ed attualmente lavora presso la Comunità Terapeutica la Casa di Giano