“«Volare mi fa paura» stridette Fortunata alzandosi. «Quando succederà, io sarò accanto a te» miagolò Zorba leccandole la testa.”

Luis Sepùlveda

Quando utilizziamo la parola rete pensiamo a un insieme di punti, fatti di persone, città, aziende eccetera, questi punti sono collegati tra loro con delle linee ovvero tramite relazioni o comunicazioni. Quando parliamo di rete sociale pensiamo invece all’ insieme delle relazioni che esistono tra le persone, se immaginiamo uno schema formato da nodi e linee , i nodi rappresenterebbero individui e gruppi mentre le linee rappresenterebbero le relazioni tra di loro. Grazie alla rete possiamo definire e delineare la realtà di una persona cioè il significato che dà alle sue relazioni e al contesto in cui vive. La rete può essere a- centrata cioè priva di un centro oppure la rete ego centrata dove troviamo al centro una persona dalla quale si dipanano le sue relazioni che costituiranno la rete sociale di quel soggetto. Quest’ultimo tipo di rete è molto utile perché ci dà un’immagine di un soggetto inserito all’interno di una trama relazionale e quindi non isolato.

Come scegliamo i nostri amici?
Le connessioni tra gli elementi della società sono state oggetto di grande attenzione, In psicologia ci sia anche concentrati , sempre nell’ambito delle relazioni degli individui, al come si strutturano le amicizie.
Secondo il sociologo Collins la scelta degli amici è determinata dal fatto che i gruppi tendono ad essere omogenei in base ad alcuni fattori:
• classe sociale e nicchie occupazionali interne alla classe
• Gruppo etnico di appartenenza
• Sesso
• Età.

Si riconosce tuttavia che questa classificazione soffre di una certa rigidità e rischia di dare un immagine semplificata e unilaterale.

Legami forti e legami deboli
Non tutti i tipi di rete sono uguali, un individuo può creare dei legami forti e di legami deboli con le altre persone. L’insieme delle persone che fanno parte della famiglia di un soggetto viene definita come rete primario naturale interagisce con le reti secondarie che possono essere formali, come le istituzioni, oppure informali come associazioni organizzazioni di volontariato o di privato sociale, e rispondono ai bisogni della comunità. Quando parliamo di legami forti facciamo riferimento alle fonti di sostegno possibile per un individuo , quelle che gli permettono di stare bene , permettendo anche una valida coesione tra le persone. Non meno importanti sono i legami deboli che un soggetto instaura nella sua quotidianità , questo tipo di legame può essere considerato indispensabile per l’opportunità degli individui e per la loro integrazione nella comunità locale infatti la rimozione di un legame debole rischia di rendere più difficile la possibilità di trasmissione, di apertura di relazioni, di trovare un lavoro e di sperimentare diversi ruoli. Paradossalmente la rottura di un legame debole e più limitante e porta con sé conseguenze più negative della rottura di un legame forte punto.

Le reti come supporto sociale
In psicologia è stata ampiamente studiata la funzione della rete e della sua relazione con il supporto sociale. È innegabile che una delle funzioni delle reti sociali sia quella del sostegno sociale assicurato in varie modalità, tra le quali aiuto emotivo, strumentale, informativo oppure valutativo punto le reti sono un supporto per il soggetto per superare o accettare situazioni di infermità o di difficoltà psico sociale, ci sono diversi studi a riguardo e alcuni di essi hanno anche dimostrato che gli individui con scarsi legami evidenziavano una frequenza di morte superiore a chi possedeva una rete sociale più estesa poiché sembrava che possedere sistemi di supporto informale scarsi rendeva le persone più vulnerabili allo stress e ai disturbi di ordine fisico e psichico. Il supporto sociale sembra andare a modificare anche gli effetti negativi causati dallo stress sulla salute, inoltre agevolerebbe un miglior utilizzo dei servizi socio sanitari e delle indicazioni mediche.
Che l’importanza della rete per una persona si traduce anche in intervento riabilitativo o di cura è ormai diffuso oggigiorno, la rete stessa diventa strumento di intervento soprattutto nei lavori socio assistenziali e di comunità più in generale poiché molte problematiche hanno una componente sociale molto forte e l’obiettivo finale dell’intervento e reinserimento del soggetto “malato” nell’ambiente di cui fa parte.

 

Tania Morelli

Nata a Trento nel 1990, dopo la laurea in Studi Internazionali ha scelto di modificare il proprio percorso e si è avvicinata alla psicologia. Durante un periodo in cui ha vissuto in Germania si è interessata all’integrazione degli italiani nel Paese, argomento della sua tesi di laurea con la quale si è laureata in Psicologia clinica presso l’Università degli Studi di Torino nel 2017. L’interesse per la giurisprudenza l’ha portata a concludere un Master in Psicologia Giuridica presso l’ITAT di Torino e dal 2019 collabora con il Tribunale di Trento come consulente psicologo. Tania è specializzanda in psicoterapia dinamica integrata presso il Centro Psicologia Dinamica di Padova.
Si è avvicinata al mondo delle dipendenze grazie al tirocinio post lauream ed attualmente lavora presso la Comunità Terapeutica la Casa di Giano ed è referente del Centro ascolto per Trento e la Valle dei Laghi.

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