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Oltre trent’anni di aiuto e sostegno.

L’Associazione Famiglie “Progetto Uomo” si racconta

Nata all’interno del Centro Trentino di Solidarietà, su iniziativa di un gruppo di genitori che hanno avvertito il bisogno di unire le loro forze per poter essere di sostegno sia alle famiglie dei ragazzi con problemi di tossicodipendenza sia ai giovani che la famiglia non l’avevano o ne erano stati allontanati. In quegli anni ancora non esistevano le pronte accoglienze né le accoglienze residenziali e, spesso, genitori che avevano visto concludere positivamente il programma del loro figlio, ospitavano nelle loro case ragazzi che iniziavano il percorso di recupero.
Nella foto un giovane Oscar Setti con i coniugi Lucia ed Mario Saltori, Paolo Busacca e la prima benefattrice Anna Maria Bresciani
Guardo con affetto e profonda riconoscenza a tutte quelle mamme e papà  che, avendo trovato nel Centro sostegno e risposte concrete al loro problema, hanno sentito il dovere di coinvolgersi e il bisogno di restituire. Chi, come me, ha partecipato alla nascita del CTS, sa quanta importanza abbia avuto per noi operatori il sostegno economico, ma soprattutto morale delle famiglie.
“Progetto Uomo”. Programma terapeutico ideato da don Mario Picchi, aveva iniziato la sua attività a Trento nel 1984 per merito di don Antonio Busacca. Eravamo solo un’idea, un progetto ma niente di concreto.
Coinvolgere la famiglia in un programma terapeutico vuol dire aiutarla a diventare protagonista attivo e non elemento passivo che subisce i cambiamenti o che reagisce boicottando il lavoro svolto dal congiunto. A questi genitori chiedevamo molto. Soprattutto non accettavamo deleghe: è vostro figlio e quindi dovete essere voi i primi protagonisti del suo percorso di recupero. Il coinvolgimento della famiglia nel programma si è rivelata l’arma vincente. Il figlio più vedeva l’impegno e i sacrifici dei genitori, più si sentiva responsabilizzato e difficilmente abbandonava. Così i genitori che essendo passati attraverso la tempesta sanno cosa significhi il dolore, il senso di fallimento, l’impotenza di fronte al male, sono diventati nel tempo risorsa insostituibile. Perché non sono le nostre certezze, ma le nostre fragilità che ci avvicinano all’altro in modo autentico. Negli anni il sentimento di gratitudine si è trasformato nel bisogno di restituzione attraverso il servizio di volontariato nelle strutture del CTS, Casa di Giano e Casa Lamar. I volontari collaborano in tutte le attività interne delle menzionate strutture.
Attualmente sono circa 40 i volontari dell’Associazione che prestano il loro servizio nelle due Comunità e nell’ufficio dell’Associazione.
Tutta la nostra attività è basata sul volontariato. Insieme per imparare a non giudicare, a perdonare chi ci ferisce denunciando tutto ciò che non è umanamente corretto. Così la pratica del bene può diventare la guida nell’operare quotidiano, restituendo alla nostra vita il senso profondo.
(Oscar Setti, presidente)

3 Commenti. Nuovo commento

  • Grazie Lucia e tutti quanti fate parte di questo mondo, grazie da Antonio

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  • Inciampavo al buio poi vi ho trovato e mi avete accompagnato nel viaggio più incredibile della mia vita dove mi sono incontrata Ho incontrato gli altri Ho messo radici e sono cresciuta alla luce di una vita densa di significato. Voi lo sapete che vi vorrò sempre bene e vi sarò grata tutta la vita.

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  • Inciampavo in un buio pieno di paura e solitudine poi vi ho incontrato mi avete accompagnato nel viaggio più straordinario della mia vita mi avete sostenuto guidato insegnato mi avete voluto bene. Grazie a voi alla vostra guida mi sono incontrata ho incontrato gli altri sono cresciuta alla luce di una vita densa di significato e piena di amore. Voi lo sapete che vi sarò grata tutta la vita e che vi voglio un’enorme bene

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